di Les U. Knights
Domanda: «I tassi di natalità si stanno riducendo in tutto il mondo. Dunque la “bomba demografica” è solo una bufala?» |
Analogamente, anche la crescita annuale della popolazione è migliorata, passando da un massimo di 87 milioni nel 1989 a circa 74 milioni nel 2005.
Ciononostante, prima di celebrare l’apparente scoppiettio che sembrerebbe avere sostituito l’esplosione demografica, è meglio dare un’occhiata a un altro grafico — un grafico che il più delle volte viene ignorato.
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Domanda: «Se i tassi di natalità, i tassi di fecondità e i tassi di crescita sono in calo, com’è possibile che la popolazione continui a crescere?» |
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Domanda: «Non è che mettendo al mondo due figli rimpiazziamo noi stessi e nulla più?» |
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Traduzione di Carpanix
La versione originale in inglese è disponibile presso http://vhemt.org/demography.htm.
[1] | Si veda http://www.census.gov/. |
[2] | Zero Population Growth ha cambiato il proprio nome in Population Connection. Il sito di questa organizzazione è consultabile presso http://www.populationconnection.org/. |
[3] | Vero, ma non dimentichiamo che ciascun nato, industria o non industria, ha comunque un impatto enorme sull’ambiente. Quando si parla di questi temi, occorre fare molta attenzione tanto a non delegare ad altri le proprie indubbie responsabilità quanto a non incorrere in un terzomondismo privo di fondamento [N.d.T.]. |
[4] | Si veda energy.cr.usgs.gov/energy/stats_ctry/Stat1.html#ConsumptionUvsW. Interessante potrebbe essere anche compiere qualche ricerca sui consumi energetici di noi Italiani. Scopriremmo di non essere poi tanto più “parsimoniosi” dei Nordamericani… [N.d.T.] |
[5] | «Rather than stop at one, we must stop at once» è un gioco di parole praticamente intraducibile dall’inglese, dove “at one” sta per “a uno”, mentre “at once” significa “subito” [N.d.T]. |